giovedì 6 giugno 2013

Stefano Cucchi, le sentenze si discutono...

La vita di Stefano Cucchi valeva meno di zero quando lo arrestarono perché era solo “un tossico di merda” e andava trattato come un animale. Vale meno di zero anche la sua morte per lo Stato italiano, rappresentato dai giudici della terza Corte d’Assise di Roma.
Stefano non è morto per le mazzate, indegne di un Paese civile (le prove sono state giudicate insufficienti) dove il diritto alla vita è sacrosanto anche dentro una cella. Non è stato stritolato da un sistema della sicurezza che ormai ha accumulato troppe anomalie, troppi ‘casi’ per non essere messo in discussione. È morto per un tragico errore sanitario. Il suo corpo ha ceduto per “inanizione” (mancanza di cibo). Condannati i medici, quindi, assolti gli altri protagonisti delle ultime, infernali notti di Stefano: infermieri e poliziotti penitenziari.
Non è vero che le sentenze non si discutono: quando sono ingiuste perché contraddicono i fatti e quando la loro ingiustizia getta un’ombra pesante sulla democrazia, si ha il dovere civile di criticarle. Perché in Italia i percorsi della verità sono spesso tortuosi quando si tratta di scavare dentro le colpe degli apparati dello Stato. Ne sanno qualcosa i familiari di Giuseppe Uva, ridotto come uno straccio dopo una notte passata in una caserma dei carabinieri, e quelli di Federico Aldrovandi, 18 anni, morto con il torace schiacciato dai poliziotti che lo avevano fermato a Ferrara. Amnesty International scrisse parole durissime: “I familiari di Aldrovandi in questi anni hanno dovuto fronteggiare assenza di collaborazione da parte delle istituzioni italiane e depistaggi dell’inchiesta”.
Il Fatto Quotidiano, 6 Giugno 2013

Il bambino che non sapeva di essere nato, un evento ultra raro, ha fatto il giro del web!

Un medico ha immortalato il momento in cui ha fatto nascere un bambino all’interno di un sacco amniotico intatto. Il dottor Aris Tsigris ha pubblicato la foto del neonato sulla sua pagina Facebook, dopo la nascita del bambino avvenuta tramite taglio cesareo ad Amarousion, a nord di Atene.
Poiché il sacco non era stato perforato, il dottor Tsigris che detto che il bambino non si è nemmeno reso conto di essere nato e che si comportava come se fosse ancora nel grembo della madre. Il sacco amniotico è una sacca di liquido all’interno del grembo materno in cui il feto si sviluppa e cresce. E’ indicato anche come le ‘membrane’, perché il sacco è composto da due membrane chiamate l’amnios e il corion. Il sacco è pieno di fluido chiaro,  in cui il bambino non ancora nato si muove.
Il fluido protegge il  bambino da urti e lesioni, e permette di mantenere una temperatura costante per il feto. Il sacco amniotico si inizia a formare e riempire con il fluido a pochi giorni dal concepimento. Il liquido amniotico è principalmente composto di acqua, ma dopo un determinato periodo di gestazione che può variare, il bambino rilascia piccole quantità di urina nel liquido. In genere, anzi praticamente sempre, il sacco amniotico si rompe poco prima del parto, proprio durante il travaglio, quando sopraggiungono le tipiche contrazioni del parto: la ben nota “rottura delle acque”.
Il dottor Tsigris dice che la probabilità che il sacco amniotico rimanga completamente intatto dopo la nascita è ‘ultra rara’ e lui è rimasto “senza fiato” alla vista del neonato nato il 12 marzo, secondo la notizia riportata da Nine News. Il medico ha detto che non c’era nessun rischio per il bambino che si stava ancora nutrendo tramite la placenta e avrebbe cominciato a respirare non appena il sacco si fosse rotto. La foto straordinaria ha fatto il giro del web.

Foto e fonte Daily Mail 

Sta per tornare l’autunno. Ecco dove pioverà e dove farà freddo... L'estate fa capolino per due giorni, poi lascia il posto nuovamente al brutto tempo.

Pronti per l’estate? Questo week end ne avremo untimido assaggio, le temperature si aggireranno sui 30 gradi ma solo per i fortunati che abitano al Centro-Sud, mentre al Nord avremo schiarite e temperature miti ma non ancora calde.
Ma non illudetevi perchè già da Domenica sera il tempo peggiorerà, arriveranno piogge intense che si espanderanno fino alle regioni del centro, Toscana, Umbria e Marche, nella giornata di Lunedì.
Inoltre l’aria fredda che arriva dalla penisola iberica farà scendere le temperature anche al Sud e in Sardegna.
Allarme, invece, in Europa per lo scioglimento delle nevi, la pioggia che ha colpito la Svizzera, l’Austria, la Baviera, la Germania orientale e la Repubblica Ceca si sta spostando verso est e presto nella Germania meridionale e in Austria ci sarà un elevato rischio di esondazioni e di valanghe sulle Alpi dove la neve caduta nei giorni scorsi raggiunge anche i 2 metri sui 2500m.
Domenica 9 Giugno: Bel tempo estivo al Centro-sud e anche su tutte le pianure del Nord fino al mattino. Attenzione ai rovesci e temporali dalle Alpi, Prealpi,  alto Piemonte, alta Lombardia, Trentino AA e alto Friuli, alto Bellunese verso tutte le pianure del Piemonte e Lombardia, alto Veneto, Veronese, Vicentino, Trevigiano e Friuli entro le 20.
Peggiora in serata su gran parte delle pianure, eccetto Emilia Romagna,  peggiora dalla Sardegna verso le regioni centrali. Temperature estive con massime fino a 27/29° al centro e fino a 32° in Sicilia, a Palermo, più fresco al nord.
Lunedì 10 Giugnio: Instabile al nord e alta Toscana, specie su Alpi, Piemonte, Lombardia, Venezie, levante ligure e alta Toscana, meglio su Emilia Romagna e centrosud. Nel pomeriggio piovaschi sul resto dell’Emilia e anche tra Umbria e Marche e alta Toscana.  Caldo estivo al centrosud con oltre 31°C.
Martedì 11 Giugno: Calano le temperature.  Prima sole, poi nuovo intenso peggioramento dal Piemonte e Lombardia e ovest Alpi verso gran parte delle Alpi e Valpadana, si salva la Liguria centrale, peggiora su Umbria, Marche, Appennini, Abruzzo. Maltempo fino a sera al nord specie su Valpadana centrale e Lombarda, si salva la  costa  veneta e friulana.

Michele Zarrillo ricoverato d’urgenza... è stato colpito da infarto!!!

Il cantante di canzoni di successo come ‘Una rosa blu’, ‘L’elefante e la farfalla’ e tante altre, è stato ricoverato d’urgenza a seguito di un infarto. Attualmente si trova nel reparto di terapia intensiva policlinico Sant’Andrea di Roma. Ieri mattina intorno alle dieci avrebbe accusato delle fitte al petto e subito dopo è stato colpito da infarto.
leggilo.fonte

mercoledì 5 giugno 2013

Processo Cucchi: agenti assolti, pene sospese per i medici. Rivolta in aula

Sei medici condannati a due anni di reclusione per omicidio colposo e, in un caso, falso ideologico; sei assolti tra infermieri e guardie penitenziarie, ma pene sospese per tutti.  E’ la sentenza di primo grado del processo per la morte di Stefano Cucchi, il giovane arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo al Reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. La lettura del dipositivo, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia dov’era riunita la III Corte d’Assise del tribunale della capitale, è stata accompagnato dalle grida del pubblico, che hanno urlato “vergogna” e “assassini” all’indirizzo degli imputati.


Le pene sono state notevolmente ridotte rispetto alla richiesta dell’accusa di condanna per tutti e 12 gli imputati. Il pm aveva contestato ai sei medici e ai tre infermieri tra l’altro il grave reato diabbandono di incapace. Tant’è che aveva chiesto per i medici pene tra i 6 anni e 8 mesi e i cinque anni e mezzo mentre per gli infermieri 4 anni ciascuno. Per gli agenti penitenziari aveva chiesto due anni di reclusione. La sentenza sulla morte di Stefano Cucchi è arrivata dopo sette ore e mezza di camera di consiglio.
ILARIA CUCCHI IN LACRIME: “E’ MORTO DI INGIUSTIZIA”. Ilaria Cucchi, sorella della vittima, impegnata negli ultimi anni di un’intensa campagna pubblica per ottenere giustizia, è scoppiata in lacrime: “‘Io non mi arrendo”, si è sfogata. “Giustizia ingiusta. Mio fratello è morto di ingiustizia. I medici dovranno fare i conti con la loro coscienza, mio fratello non sarebbe morto senza quel pestaggio”. Giovanni e Rita, i genitori del ragazzo ucciso, hanno aggiunto: “Andremo avanti fino in fondo, scopriremo la verità. E’ lo Stato che deve trovarla. Chi è stato, un fantasma a farlo morire?”. Poi la madre Rita ha aggiunto; “Me l’hanno ucciso un’altra volta”.
INSUFFICIENZA DI PROVE PER GLI AGENTI PENITENZIARI. Cinque medici su sei sono stati condannati per omicidio colposo: il primario Aldo Fierro a due anni, i medici Stefania Cordi,Flaminia BrunoLuigi De Marchis e Silvia Di Carlo a un anno e 4 mesi. Rosita Caponetti a otto mesi per il reato di falso ideologico. I tre agenti penitenziari sono stati assolti per insufficienza di prove mentre i tre infermieri sono stati assolti con formula piena. 
Al processo erano imputati i sei medici del ‘Pertini’, tre infermieri della stessa struttura sanitaria (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e tre agenti della Polizia penitenziaria (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici). A vario titolo e a seconda delle posizioni, erano accusati di abbandono di incapace, abuso d’ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni e abuso di autorità. Per l’accusa, che aveva chiesto pene comprese tra i sei anni e otto mesi di reclusione e i due anni, Stefano Cucchi fu picchiato nelle camere di sicurezza del tribunale in attesa dell’udienza di convalida. Caddero nel nulla le sue richieste di farmaci, e in ospedale praticamente fu reso incapace di provvedere a se stesso e lasciato senza assistenza, tanto da portarlo alla morte.
“L’assoluzione dei tre agenti penitenziari non ci lascia soddisfatti e sarà oggetto di nostra valutazione”, ha commentato il pm Vincenzo Barba sulla sentenza per la morte di Stefano Cucchi. E’ probabile che la Procura farà appello contro l’assoluzione dei tre poliziotti penitenziari.  ”La Corte – continua il pm – ha invece confermato, come ha sempre sostenuto la procura sin dall’inizio, che la morte di Stefano Cucchi è dovuta all’incuria dei medici; poco importa che sia cambiato il reato”. Quanto all’assoluzione dei tre agenti della polizia penitenziaria, “cui avevamo attribuito le lesioni personali aggravate, va detto che è stata fatta ai sensi della vecchia formula dell’insufficienza di prove. Questo punto, che non ci lascia soddisfatti, sarà oggetto di nostra valutazione, quando avremo modo di leggere le motivazioni della sentenza”.
IL LEGALE DELLA FAMIGLIA: “FALLIMENTO DELLO STATO”. “Tre anni fa avevo previsto questo momento”, ha detto Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. “Questo è un fallimento dello Stato, perché considerare che Stefano Cucchi è morto per colpa medica è un insulto alla sua memoria e a questa famiglia che ha sopportato tanto. E’ un insulto alla stessa giustizia”. Il legale ha sottolineato di aver “sempre detto fin dall’inizio che questo processo ci avrebbe portato al massacro. Abbiamo tentato di salvare il salvabile, ma la mia angoscia nata tre anni fa è terminata oggi. I medici sono stati condannati con pene lievissime. Stefano Cucchi è morto per colpa sua”. 
Opposta la reazione di uno degli agenti penitenziari assolti, Nicola Minichini. “E’ la fine di un incubo. La giustizia ha trionfato”. Il processo, ha aggiunto il suo avvocato Diego Perugini, “non aveva detto niente di diverso da quanto è accaduto oggi. L’unico vero problema era quello di valutare se la Corte avrebbe resistito alle straordinarie pressioni. La soddisfazione primaria che ho avuto è quella del Minichini che per queste accuse ha passato quattro anni di inferno”.
IL LEGALE DEGLI AGENTI: “LA STAMPA SEGUA PROCESSO, NON ILARIA CUCCHI”. Parla di stampa schierata a priori con la famiglia della vittima Corrado Oliviero, anche lui difensore degli agenti di custodia, che critica anche il peso mediatico dato alla sorella della vittima. “E’ stato restituito ai tre agenti di polizia penitenziaria l’onore che una stampa sempre pronta ai ‘desiderata’ della famiglia Cucchi aveva profondamente offeso”, ha affermato. “I processi si fanno nelle aule giudiziarie, al contrario di quanto affermato dalle parti civili secondo cui questi processi si devono fare con l’ausilio dei media. Occorre che i giornalisti seguano di più i processi anziché inseguire Ilaria Cucchi”. Secondo Oliviero, “dalle carte processuali era di tutta evidenza che Cucchi era arrivato in cella già pestato e impossibilitato a camminare. Eppure la parte civile ha insistito addirittura la tesi dell’omicidio preterintenzionale malgrado l’evidenza dei fatti e in accordo con i mass media”.
Le proteste sono proseguite anche all’esterno del carcere di Rebibbia. “Siete tutti complici”, ha gridato la piccola folla che ha atteso la sentenza ai carabinieri a presidio dell’aula bunker. Tra loro, c’è anche Lucia Uva, la sorella di Giuseppe, un uomo morto dopo essere stato fermato dai carabinieri a Varese e successivamente portato al pronto soccorso. “Oggi non è morto nessuno”, ha detto la donna in lacrime rivolgendosi alle forze dell’ordine.
GIOVANARDI: GIUSTIZIA DOPO LINCIAGGIO MEDIATICO. Il dibattito sulla sentenza non resta confinato all’aula bunker di Rebibbia. “Il tempo è galantuomo e fa giustizia del linciaggio mediaticoa cui sono stati sottoposti gli agenti di custodia, sulla base di pregiudiziali ideologiche”, commenta il senatore Carlo Giovanardi, Pdl, già protagonista di numerose dichiarazioni forti sul caso Cucchi. Per Giovanardi, “era chiaro dal primo momento, come ho sempre sostenuto fin dall’inizio, che i problemi di salute del povero Stefano Cucchi, segnato da una vicenda umana contrassegnata da gravi patologie e continui ricoveri in pronto soccorso, avrebbero dovuto ricevere le attenzioni dovute a una persona incapace di gestirsi”. 
Critico, sul fronte opposto, Ivan Scalfarotto, componente della Commissione giustizia della Camera per il Pd. ”Le sentenze dovrebbero intuitivamente soddisfare il bisogno di giustizia e spiegare con immediatezza, e ragionevolmente, lo svolgersi degli eventi. La sensazione immediata è che la sentenza sulla morte di Stefano Cucchi non corrisponda né al primo né al secondo di questi due criteri. Ma aspettiamo di leggere le motivazioni”. Per Sel, la capogruppo al Senato Loredana De Petris, esprime “perplessità” per una sentenza che “non fa chiarezza”. Tra i democratici si dice “sconcertato” anche Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera. 
Durissimo il commento di Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, secondo il quale “la Repubblica italiana è responsabile della sua morte”.  Per Staderini, ”ha ragione Ilaria Cucchi, Stefano non è morto di fame e di sete ma di ingiustizia. Prima di morire, Stefano Cucchi è stato in tre luoghi dello Stato: una caserma dei carabinieri, un carcere e un reparto carcerario di un ospedale. Ha chiesto inutilmente un avvocato, ai familiari è stato impedito di visitarlo e solo il loro coraggio di rendere pubbliche le foto ha impedito il silenzio”. Di “sentenza scandalosa” parla invece una nota diAzione civile, il movimento di Antonio Ingroia che ha candidato Ilaria Cucchi alle ultime elezioni politiche, senza successo perché non ha raggiunto le soglie di sbarramento. 
il fatto quotidiano 

Diventa mamma a soli 9 anni, l'incredibile storia della piccola Dafne

Dafne (nome probabilmente di fantasia per non “violare” ulteriormente la minore) è una bambina di 9 anni, messicana, vittima di uno stupro, che il 27 Gennaio ha partorito una splendida bambina.Le autorità dello stato di Jalisco, dove è accaduta la vicenda, stanno cercando il padre diciassettenne della bimba appena nata, per cercare di comprendere cosa realmente sia successo. Anche l’ospedale Zoquipan Hospital ci tiene a precisare che ha già in programma un ciclo di diversi controlli sulla neo mamma, vista l’età e le circostanze della gravidanza.I genitori di Dafne dicono: ”Aveva poco più di otto anni quando è rimasta incinta. Il padre è un ragazzo di 17 anni, ma non lo abbiamo trovato perché è scappato“. Mentre Jorge Villasenor, dell’ufficio del procuratore dello stato, dice: ”Stiamo cercando questo ragazzo per sentire la sua versione della storia, perché lei non capisce che cosa è accaduto. E’ un caso di stupro o di abuso sessuale su minore“.La neonata alla nascita pesava due chili e 700 grammi ed è in ottime condizioni, proprio come quelle della mamma, entrambe sono state dimesse nel fine settimana.
 (TuttaSalute.net)

Muore nell’incidente e fotografano il suo fantasma subito dopo... incredibile!!!

Una stazione televisiva cilena ha mostrato quello che sembrava essere il fantasma di una vittima di incidente auto mentre guarda il proprio corpo sulla scena dell’incidente. Un poliziotto giunto sul posto per i rilievi, ha scattato la foto 20 minuti dopo l’incidente avvenuto il 19 luglio 2008, sulla Route A-16, nota per i cileni come ‘La strada maledetta’.
Il ‘fantasma’ si crede di essere quello del 50enne Fernando Guerrero Tapia, uno dei due morti nel terribile nell’incidente. Amici del defunto hanno confermato che l’apparizione sembrava indossare lo stesso tipo di abbigliamento che il loro amico morto indossava.
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