giovedì 6 giugno 2013

Stefano Cucchi, le sentenze si discutono...

La vita di Stefano Cucchi valeva meno di zero quando lo arrestarono perché era solo “un tossico di merda” e andava trattato come un animale. Vale meno di zero anche la sua morte per lo Stato italiano, rappresentato dai giudici della terza Corte d’Assise di Roma.
Stefano non è morto per le mazzate, indegne di un Paese civile (le prove sono state giudicate insufficienti) dove il diritto alla vita è sacrosanto anche dentro una cella. Non è stato stritolato da un sistema della sicurezza che ormai ha accumulato troppe anomalie, troppi ‘casi’ per non essere messo in discussione. È morto per un tragico errore sanitario. Il suo corpo ha ceduto per “inanizione” (mancanza di cibo). Condannati i medici, quindi, assolti gli altri protagonisti delle ultime, infernali notti di Stefano: infermieri e poliziotti penitenziari.
Non è vero che le sentenze non si discutono: quando sono ingiuste perché contraddicono i fatti e quando la loro ingiustizia getta un’ombra pesante sulla democrazia, si ha il dovere civile di criticarle. Perché in Italia i percorsi della verità sono spesso tortuosi quando si tratta di scavare dentro le colpe degli apparati dello Stato. Ne sanno qualcosa i familiari di Giuseppe Uva, ridotto come uno straccio dopo una notte passata in una caserma dei carabinieri, e quelli di Federico Aldrovandi, 18 anni, morto con il torace schiacciato dai poliziotti che lo avevano fermato a Ferrara. Amnesty International scrisse parole durissime: “I familiari di Aldrovandi in questi anni hanno dovuto fronteggiare assenza di collaborazione da parte delle istituzioni italiane e depistaggi dell’inchiesta”.
Il Fatto Quotidiano, 6 Giugno 2013

Il bambino che non sapeva di essere nato, un evento ultra raro, ha fatto il giro del web!

Un medico ha immortalato il momento in cui ha fatto nascere un bambino all’interno di un sacco amniotico intatto. Il dottor Aris Tsigris ha pubblicato la foto del neonato sulla sua pagina Facebook, dopo la nascita del bambino avvenuta tramite taglio cesareo ad Amarousion, a nord di Atene.
Poiché il sacco non era stato perforato, il dottor Tsigris che detto che il bambino non si è nemmeno reso conto di essere nato e che si comportava come se fosse ancora nel grembo della madre. Il sacco amniotico è una sacca di liquido all’interno del grembo materno in cui il feto si sviluppa e cresce. E’ indicato anche come le ‘membrane’, perché il sacco è composto da due membrane chiamate l’amnios e il corion. Il sacco è pieno di fluido chiaro,  in cui il bambino non ancora nato si muove.
Il fluido protegge il  bambino da urti e lesioni, e permette di mantenere una temperatura costante per il feto. Il sacco amniotico si inizia a formare e riempire con il fluido a pochi giorni dal concepimento. Il liquido amniotico è principalmente composto di acqua, ma dopo un determinato periodo di gestazione che può variare, il bambino rilascia piccole quantità di urina nel liquido. In genere, anzi praticamente sempre, il sacco amniotico si rompe poco prima del parto, proprio durante il travaglio, quando sopraggiungono le tipiche contrazioni del parto: la ben nota “rottura delle acque”.
Il dottor Tsigris dice che la probabilità che il sacco amniotico rimanga completamente intatto dopo la nascita è ‘ultra rara’ e lui è rimasto “senza fiato” alla vista del neonato nato il 12 marzo, secondo la notizia riportata da Nine News. Il medico ha detto che non c’era nessun rischio per il bambino che si stava ancora nutrendo tramite la placenta e avrebbe cominciato a respirare non appena il sacco si fosse rotto. La foto straordinaria ha fatto il giro del web.

Foto e fonte Daily Mail 

Sta per tornare l’autunno. Ecco dove pioverà e dove farà freddo... L'estate fa capolino per due giorni, poi lascia il posto nuovamente al brutto tempo.

Pronti per l’estate? Questo week end ne avremo untimido assaggio, le temperature si aggireranno sui 30 gradi ma solo per i fortunati che abitano al Centro-Sud, mentre al Nord avremo schiarite e temperature miti ma non ancora calde.
Ma non illudetevi perchè già da Domenica sera il tempo peggiorerà, arriveranno piogge intense che si espanderanno fino alle regioni del centro, Toscana, Umbria e Marche, nella giornata di Lunedì.
Inoltre l’aria fredda che arriva dalla penisola iberica farà scendere le temperature anche al Sud e in Sardegna.
Allarme, invece, in Europa per lo scioglimento delle nevi, la pioggia che ha colpito la Svizzera, l’Austria, la Baviera, la Germania orientale e la Repubblica Ceca si sta spostando verso est e presto nella Germania meridionale e in Austria ci sarà un elevato rischio di esondazioni e di valanghe sulle Alpi dove la neve caduta nei giorni scorsi raggiunge anche i 2 metri sui 2500m.
Domenica 9 Giugno: Bel tempo estivo al Centro-sud e anche su tutte le pianure del Nord fino al mattino. Attenzione ai rovesci e temporali dalle Alpi, Prealpi,  alto Piemonte, alta Lombardia, Trentino AA e alto Friuli, alto Bellunese verso tutte le pianure del Piemonte e Lombardia, alto Veneto, Veronese, Vicentino, Trevigiano e Friuli entro le 20.
Peggiora in serata su gran parte delle pianure, eccetto Emilia Romagna,  peggiora dalla Sardegna verso le regioni centrali. Temperature estive con massime fino a 27/29° al centro e fino a 32° in Sicilia, a Palermo, più fresco al nord.
Lunedì 10 Giugnio: Instabile al nord e alta Toscana, specie su Alpi, Piemonte, Lombardia, Venezie, levante ligure e alta Toscana, meglio su Emilia Romagna e centrosud. Nel pomeriggio piovaschi sul resto dell’Emilia e anche tra Umbria e Marche e alta Toscana.  Caldo estivo al centrosud con oltre 31°C.
Martedì 11 Giugno: Calano le temperature.  Prima sole, poi nuovo intenso peggioramento dal Piemonte e Lombardia e ovest Alpi verso gran parte delle Alpi e Valpadana, si salva la Liguria centrale, peggiora su Umbria, Marche, Appennini, Abruzzo. Maltempo fino a sera al nord specie su Valpadana centrale e Lombarda, si salva la  costa  veneta e friulana.

Michele Zarrillo ricoverato d’urgenza... è stato colpito da infarto!!!

Il cantante di canzoni di successo come ‘Una rosa blu’, ‘L’elefante e la farfalla’ e tante altre, è stato ricoverato d’urgenza a seguito di un infarto. Attualmente si trova nel reparto di terapia intensiva policlinico Sant’Andrea di Roma. Ieri mattina intorno alle dieci avrebbe accusato delle fitte al petto e subito dopo è stato colpito da infarto.
leggilo.fonte

mercoledì 5 giugno 2013

Processo Cucchi: agenti assolti, pene sospese per i medici. Rivolta in aula

Sei medici condannati a due anni di reclusione per omicidio colposo e, in un caso, falso ideologico; sei assolti tra infermieri e guardie penitenziarie, ma pene sospese per tutti.  E’ la sentenza di primo grado del processo per la morte di Stefano Cucchi, il giovane arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo al Reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. La lettura del dipositivo, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia dov’era riunita la III Corte d’Assise del tribunale della capitale, è stata accompagnato dalle grida del pubblico, che hanno urlato “vergogna” e “assassini” all’indirizzo degli imputati.


Le pene sono state notevolmente ridotte rispetto alla richiesta dell’accusa di condanna per tutti e 12 gli imputati. Il pm aveva contestato ai sei medici e ai tre infermieri tra l’altro il grave reato diabbandono di incapace. Tant’è che aveva chiesto per i medici pene tra i 6 anni e 8 mesi e i cinque anni e mezzo mentre per gli infermieri 4 anni ciascuno. Per gli agenti penitenziari aveva chiesto due anni di reclusione. La sentenza sulla morte di Stefano Cucchi è arrivata dopo sette ore e mezza di camera di consiglio.
ILARIA CUCCHI IN LACRIME: “E’ MORTO DI INGIUSTIZIA”. Ilaria Cucchi, sorella della vittima, impegnata negli ultimi anni di un’intensa campagna pubblica per ottenere giustizia, è scoppiata in lacrime: “‘Io non mi arrendo”, si è sfogata. “Giustizia ingiusta. Mio fratello è morto di ingiustizia. I medici dovranno fare i conti con la loro coscienza, mio fratello non sarebbe morto senza quel pestaggio”. Giovanni e Rita, i genitori del ragazzo ucciso, hanno aggiunto: “Andremo avanti fino in fondo, scopriremo la verità. E’ lo Stato che deve trovarla. Chi è stato, un fantasma a farlo morire?”. Poi la madre Rita ha aggiunto; “Me l’hanno ucciso un’altra volta”.
INSUFFICIENZA DI PROVE PER GLI AGENTI PENITENZIARI. Cinque medici su sei sono stati condannati per omicidio colposo: il primario Aldo Fierro a due anni, i medici Stefania Cordi,Flaminia BrunoLuigi De Marchis e Silvia Di Carlo a un anno e 4 mesi. Rosita Caponetti a otto mesi per il reato di falso ideologico. I tre agenti penitenziari sono stati assolti per insufficienza di prove mentre i tre infermieri sono stati assolti con formula piena. 
Al processo erano imputati i sei medici del ‘Pertini’, tre infermieri della stessa struttura sanitaria (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e tre agenti della Polizia penitenziaria (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici). A vario titolo e a seconda delle posizioni, erano accusati di abbandono di incapace, abuso d’ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni e abuso di autorità. Per l’accusa, che aveva chiesto pene comprese tra i sei anni e otto mesi di reclusione e i due anni, Stefano Cucchi fu picchiato nelle camere di sicurezza del tribunale in attesa dell’udienza di convalida. Caddero nel nulla le sue richieste di farmaci, e in ospedale praticamente fu reso incapace di provvedere a se stesso e lasciato senza assistenza, tanto da portarlo alla morte.
“L’assoluzione dei tre agenti penitenziari non ci lascia soddisfatti e sarà oggetto di nostra valutazione”, ha commentato il pm Vincenzo Barba sulla sentenza per la morte di Stefano Cucchi. E’ probabile che la Procura farà appello contro l’assoluzione dei tre poliziotti penitenziari.  ”La Corte – continua il pm – ha invece confermato, come ha sempre sostenuto la procura sin dall’inizio, che la morte di Stefano Cucchi è dovuta all’incuria dei medici; poco importa che sia cambiato il reato”. Quanto all’assoluzione dei tre agenti della polizia penitenziaria, “cui avevamo attribuito le lesioni personali aggravate, va detto che è stata fatta ai sensi della vecchia formula dell’insufficienza di prove. Questo punto, che non ci lascia soddisfatti, sarà oggetto di nostra valutazione, quando avremo modo di leggere le motivazioni della sentenza”.
IL LEGALE DELLA FAMIGLIA: “FALLIMENTO DELLO STATO”. “Tre anni fa avevo previsto questo momento”, ha detto Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. “Questo è un fallimento dello Stato, perché considerare che Stefano Cucchi è morto per colpa medica è un insulto alla sua memoria e a questa famiglia che ha sopportato tanto. E’ un insulto alla stessa giustizia”. Il legale ha sottolineato di aver “sempre detto fin dall’inizio che questo processo ci avrebbe portato al massacro. Abbiamo tentato di salvare il salvabile, ma la mia angoscia nata tre anni fa è terminata oggi. I medici sono stati condannati con pene lievissime. Stefano Cucchi è morto per colpa sua”. 
Opposta la reazione di uno degli agenti penitenziari assolti, Nicola Minichini. “E’ la fine di un incubo. La giustizia ha trionfato”. Il processo, ha aggiunto il suo avvocato Diego Perugini, “non aveva detto niente di diverso da quanto è accaduto oggi. L’unico vero problema era quello di valutare se la Corte avrebbe resistito alle straordinarie pressioni. La soddisfazione primaria che ho avuto è quella del Minichini che per queste accuse ha passato quattro anni di inferno”.
IL LEGALE DEGLI AGENTI: “LA STAMPA SEGUA PROCESSO, NON ILARIA CUCCHI”. Parla di stampa schierata a priori con la famiglia della vittima Corrado Oliviero, anche lui difensore degli agenti di custodia, che critica anche il peso mediatico dato alla sorella della vittima. “E’ stato restituito ai tre agenti di polizia penitenziaria l’onore che una stampa sempre pronta ai ‘desiderata’ della famiglia Cucchi aveva profondamente offeso”, ha affermato. “I processi si fanno nelle aule giudiziarie, al contrario di quanto affermato dalle parti civili secondo cui questi processi si devono fare con l’ausilio dei media. Occorre che i giornalisti seguano di più i processi anziché inseguire Ilaria Cucchi”. Secondo Oliviero, “dalle carte processuali era di tutta evidenza che Cucchi era arrivato in cella già pestato e impossibilitato a camminare. Eppure la parte civile ha insistito addirittura la tesi dell’omicidio preterintenzionale malgrado l’evidenza dei fatti e in accordo con i mass media”.
Le proteste sono proseguite anche all’esterno del carcere di Rebibbia. “Siete tutti complici”, ha gridato la piccola folla che ha atteso la sentenza ai carabinieri a presidio dell’aula bunker. Tra loro, c’è anche Lucia Uva, la sorella di Giuseppe, un uomo morto dopo essere stato fermato dai carabinieri a Varese e successivamente portato al pronto soccorso. “Oggi non è morto nessuno”, ha detto la donna in lacrime rivolgendosi alle forze dell’ordine.
GIOVANARDI: GIUSTIZIA DOPO LINCIAGGIO MEDIATICO. Il dibattito sulla sentenza non resta confinato all’aula bunker di Rebibbia. “Il tempo è galantuomo e fa giustizia del linciaggio mediaticoa cui sono stati sottoposti gli agenti di custodia, sulla base di pregiudiziali ideologiche”, commenta il senatore Carlo Giovanardi, Pdl, già protagonista di numerose dichiarazioni forti sul caso Cucchi. Per Giovanardi, “era chiaro dal primo momento, come ho sempre sostenuto fin dall’inizio, che i problemi di salute del povero Stefano Cucchi, segnato da una vicenda umana contrassegnata da gravi patologie e continui ricoveri in pronto soccorso, avrebbero dovuto ricevere le attenzioni dovute a una persona incapace di gestirsi”. 
Critico, sul fronte opposto, Ivan Scalfarotto, componente della Commissione giustizia della Camera per il Pd. ”Le sentenze dovrebbero intuitivamente soddisfare il bisogno di giustizia e spiegare con immediatezza, e ragionevolmente, lo svolgersi degli eventi. La sensazione immediata è che la sentenza sulla morte di Stefano Cucchi non corrisponda né al primo né al secondo di questi due criteri. Ma aspettiamo di leggere le motivazioni”. Per Sel, la capogruppo al Senato Loredana De Petris, esprime “perplessità” per una sentenza che “non fa chiarezza”. Tra i democratici si dice “sconcertato” anche Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera. 
Durissimo il commento di Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, secondo il quale “la Repubblica italiana è responsabile della sua morte”.  Per Staderini, ”ha ragione Ilaria Cucchi, Stefano non è morto di fame e di sete ma di ingiustizia. Prima di morire, Stefano Cucchi è stato in tre luoghi dello Stato: una caserma dei carabinieri, un carcere e un reparto carcerario di un ospedale. Ha chiesto inutilmente un avvocato, ai familiari è stato impedito di visitarlo e solo il loro coraggio di rendere pubbliche le foto ha impedito il silenzio”. Di “sentenza scandalosa” parla invece una nota diAzione civile, il movimento di Antonio Ingroia che ha candidato Ilaria Cucchi alle ultime elezioni politiche, senza successo perché non ha raggiunto le soglie di sbarramento. 
il fatto quotidiano 

Diventa mamma a soli 9 anni, l'incredibile storia della piccola Dafne

Dafne (nome probabilmente di fantasia per non “violare” ulteriormente la minore) è una bambina di 9 anni, messicana, vittima di uno stupro, che il 27 Gennaio ha partorito una splendida bambina.Le autorità dello stato di Jalisco, dove è accaduta la vicenda, stanno cercando il padre diciassettenne della bimba appena nata, per cercare di comprendere cosa realmente sia successo. Anche l’ospedale Zoquipan Hospital ci tiene a precisare che ha già in programma un ciclo di diversi controlli sulla neo mamma, vista l’età e le circostanze della gravidanza.I genitori di Dafne dicono: ”Aveva poco più di otto anni quando è rimasta incinta. Il padre è un ragazzo di 17 anni, ma non lo abbiamo trovato perché è scappato“. Mentre Jorge Villasenor, dell’ufficio del procuratore dello stato, dice: ”Stiamo cercando questo ragazzo per sentire la sua versione della storia, perché lei non capisce che cosa è accaduto. E’ un caso di stupro o di abuso sessuale su minore“.La neonata alla nascita pesava due chili e 700 grammi ed è in ottime condizioni, proprio come quelle della mamma, entrambe sono state dimesse nel fine settimana.
 (TuttaSalute.net)

Muore nell’incidente e fotografano il suo fantasma subito dopo... incredibile!!!

Una stazione televisiva cilena ha mostrato quello che sembrava essere il fantasma di una vittima di incidente auto mentre guarda il proprio corpo sulla scena dell’incidente. Un poliziotto giunto sul posto per i rilievi, ha scattato la foto 20 minuti dopo l’incidente avvenuto il 19 luglio 2008, sulla Route A-16, nota per i cileni come ‘La strada maledetta’.
Il ‘fantasma’ si crede di essere quello del 50enne Fernando Guerrero Tapia, uno dei due morti nel terribile nell’incidente. Amici del defunto hanno confermato che l’apparizione sembrava indossare lo stesso tipo di abbigliamento che il loro amico morto indossava.
Leggilo.fonte

MAMMA VENDE I SUOI DUE FIGLI SU FACEBOOK..!

a ventidue anni Misty VanHorn e ha messo un annuncio su Facebook per vendere i suoi due figli, uno di due anni e uno di dieci mesi.  Ha valutato che dalla loro vendita avrebbe potuto ricavare quattromila dollari in totale. I piccoli venduti come merce sarebbero dovuti essere acquistati da una donna di Fort Smith, Arkansas. Il più grande era stato valutato circa mille dollari La vendita sarebbe stata escogitata solo per ricavare il denaro necessario al pagamento della cauzione per il fidanzato della donna. La donna che avrebbe dovuto comprarli, ha però avvertito la polizia. VanHorn è stata subito  arrestata con l’accusa di traffico di bambini ed è attualmente detenuta nel carcere di Sequoyah County, mentre i bambini sono stati dati in custodia ai centri sociali  dell’Oklahoma.

Uranio impoverito, "Lasciato solo, vendo la casa per curarmi"... Il maresciallo Diana: "Vendo la casa, la Difesa non ha neppure aperto il faldone con la mia pratica"

Dopo essere stato tradito dall’uranio impoverito utilizzato dagli americani durante le operazioni dipeacekeeping in Bosnia - gli è stato diagnosticato un carcinoma endocrino di classe A - è ora costretto a subire le colpevoli disattenzioni del Ministero della Difesa, ovvero dall’Ente che più di ogni altro avrebbe il dovere di tutelarlo. Il dramma del maresciallo in congedo Marco Diana, 45 anni compiuti lo scorso maggio, cittadino di Villamassargia (Ca), dunque, continua. “Se voglio continuare a restare vivo e curarmi sono costretto a mettere in vendita tutto ciò che possiedo: la mia casa, interamente arredata, la vigna e anche qualche terreno. Vi chiedo la cortesia di diffondere quest’annuncio in modo che se qualcuno è interessato mi contatti al più presto”: è questo l’urlo di dolore che l’ex carrista è stato costretto a postare sul suo profilo Facebook.
Il militare, che aveva acquisito dal Ministero della Difesa l'impegno al rimborso di tutte le spese sanitarie sostenute, quest’anno non ha ancora ottenuto la restituzione delle somme anticipate per curarsi e per raggiungere un importante centro per il trattamento del cancro di Milano. “Fino a quando a occuparsi della pratica è stato il Comando Militare della Sardegna, seppur con qualche alto e basso, le cose andate abbastanza bene”, dice Diana: Il Ministero ha, infatti, sino allo scorso anno rimborsato regolarmente tutte le spese sostenute dall’ex maresciallo. L’aver portato l’uniforme con “onore e fedeltà” è costato tantissimo all’ex carrista dei Granatieri di Sardegna che, dopo aver servito l’Italia in tante contrade del mondo, è da tempo malato di una rarissima forma di neoplasia, una patologia che, secondo i medici, è stata causata dalla contiguità con proiettili all’uranio impoverito.
Il problema dei rimborsi si è palesato quando la Difesa ha deciso di trattare l’incartamento negli uffici della Capitale. “Ho spedito la pratica all’ufficio competente, così come richiesto, il 28 gennaio 2013: sono passati ormai più di quattro mesi ma ancora non ho avuto risposta, nonostante i miei documenti debbano essere trattati come “urgenti” nel giro di sessanta giorni dall’Ispettorato Generale della Sanità Militare (Igesan) ”, spiega Diana. Secondo l’ex maresciallo, invece, il suo caso non è stato ancora analizzato. Diana in sostanza si sente tradito dagli ex colleghi: “Non si rendono conto del male che mi stanno facendo: mi stanno umiliando, a loro non importa che, a causa di una tosse che non mi lascia 24 ore su 24, io non riesca, ormai da molti anni, neppure a dormire”. Il caso del militare sardo è la punta di un iceberg.
Il calvario era cominciato dopo un ricovero in una clinica pubblica per accertamenti. I medici militari nelle visite di routine cui sono sottoposti i reduci delle missioni di pace non avevano rilevato alcuna anomalia. Ci sono voluti, in sostanza, alcuni anni per capire, attraverso alcune biopsie, che c’era un nesso causale tra la patologia e il suo impiego nelle missioni di pace. “Gli esperti appurarono che il mio fisico aveva subito un forte contagio di metalli pesanti”: l’orrendo omaggio dell’isotopo u-236, uno scarto dei reattori nucleari, l’uranio impoverito che le forze armate americane hanno utilizzato nei paesi dell’Est per rafforzare l’effetto dei proiettili nel corso dei combattimenti.
fonte. tiscali 

L'AMORE 'IMPOSSIBILE' TRA LIZZIE E CHRIS: LEI È ANORESSICA, LUI OBESO

 Potrebbe sembrare un amore impossibile, lei anoressica e luiobeso. Invece tra la 24enne Lizzie Elsburg, peso 38 kg, e Chris Glasgow, un 28enne di ben 222 chilogrammi, il colpo di fulmine è scoccato proprio durante periodo in cui hanno iniziato a riprendersi dai rispettivi problemi fisici.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO Nonostante l'evidente differenza di stazza, Lizzie e Chris hanno sorpreso tutti a Oxnard, in California. «All'inizio avevo paura di lui - rivela la ragazza - ma poi ho saputo guardare al di là del suo aspetto, scoprendo una persona fantastica». Per Chris è stato un pò diverso, come rivela lui stesso ai tabloid americani: «Non avrei mai immaginato che una ragazza bella come Lizzie potesse pensare ad uno come me, ho puntato tutto sulla simpatia». Lizzie adesso è uscita dalla spirale dell'anoressia, e Chris sta seguendo una ferrea dieta per perdere peso, con la ragazza che ha escogitato un ottimo 'piano' per aiutarlo nel suo scopo: «Se non dimagrisce non lo sposo». Un chiaro esempio in cui l'amore diventa una cura.
leggo.fonte

Dichiarazione shock di un famoso stilista: voglio sposare la mia gatta... Trattata come una regina tanto che viene descritta come una donna mantenuta. Il famosissimo stilista si dice molto contrariato per non poter sposare la sua gatta

La coccola, la vizia e paga due cameriere che sono a sua completa disposizioneper fornirle assistenza 24 ore al giorno nella sua casa di Parigi. Ammette che stravede per lei, tanto che la considera come la sua ‘donna mantenuta’. Ora Karl Lagerfeld, l’eccentrico stilista di Chanel,  ha sostenuto che avrebbe sposato la sua gatta se solo fosse stato possibile.
Il 77enne guru della moda ha detto che non avrebbe mai pensato che fosse possibile amare la sua Choupette, che ha 22 mesi, tanto quanto lui la ama. La devozione del tedesco Lagerfeld per il siamese bianco è roba da leggenda anche all’interno gli eccessi del settore moda.Choupette pranza al tavolo del suo proprietario, ha un suo cuscino speciale, è stata immortalata con il suo iPad personale e ha un account Twitter con più di 27.000 follower.
Lo stilista la descrive come “una famosa bellezza che si rifiuta di mangiare sul pavimento e ha a disposizione le sue ancelle pronte a soddisfare ogni suo desiderio“. Choupette ovviamente, da ieri sera,  ha anche il suo account Facebook, con già 1.276 ‘mi piace’. Ci sono anche le foto della gatta in procinto di assaporare una torta di gamberi degna di un re, mentre festeggia il suo primo compleanno lo scorso agosto. 
Lagerfeld è così innamorato dell’animale che il colore dei suoi occhi è stato d’ispirazione per la collezione di haute-couture fiordaliso blu per Chanel, la maison di cui è capo stilista. Quando Lagerfeld non è a casa, le cameriere Francoise e Marjorie, scrivono tutto quello che la gatta fa in piccoli quaderni, così da permettere al guru della moda di poter essere sempre al corrente di ciò che la riguarda. Choupette tra le sue due cameriere preferisce Francoise.
In un’intervista televisiva Lagerfeld ha detto che, con suo grande disappunto, “non c’è ancora possibilità di contrarre matrimonio tra gli esseri umani e gli animali. Ha poi aggiunto: “Non avrei mai pensato che mi sarei innamorato così tanto di un gatto“. Lagerfeld ha adottato Choupette un anno fa e la coppia da allora è diventata inseparabile. La gatta ha anche recitato nel suo video per il sito web di alta moda Net-a-Porter. Lagerfeld ha descritto il manto di Choupette come “neve bianca con tocchi di caramello intorno agli occhi e alle orecchie. La sua coda è come un boa di piume“.

In un’intervista con Harper ‘s Bazaar ha rivelato che quando Choupette si è ammalata ha convocato un dottore nel mezzo della notte perché non poteva sopportare di aspettare fino al mattino. Choupette viene spazzolata due volte al giorno, tutti i giorni, e fa le sedute di manicure regolarmente. Le sue attività preferite includono escursioni nel suo giardino privato e strappare pezzi di carta. I momenti più speciali per Lagerfeld, dice, sono quando lei gli sta vicino mentre sta lavorando, o quando gli porta tutti i suoi giocattoli nel letto come fossero un regalo per lui.

leggilo.fonte 

Va a lavorare e si dimentica il figlio di 2 anni in auto

Il bambino è stato trovato morto all’interno di un’auto posteggiata in via Bresciani a Piacenza, nella zona industriale della  Caorsana. Inutili i soccorsi del 118 la cui centrale operativa inizialmente aveva richiesto l’intervento dell’eliambulanza e dei vigili del fuoco.
I rilievi dei carabinieri accorsi sul posto dopo una segnalazione sono in corso ma pare che il caldo sia la causa del decesso. Ancora da chiarire i contorni della vicenda anche se dalle prime informazioni pare sia stato il papà ad andare a lavorare dimenticandosi di avere il figlioletto con sé.
fonte. piacenza24

martedì 4 giugno 2013

Gatto in manette, rubava telefonini e tablet... faceva da corriere per i carcerati.

Succede in Russia, nella colonia penitenziaria numero uno di Komi, il gatto malandrino faceva da contrabbandiere di cellulari, tablet e caricabatterie.
Le guardie carcerarie lo hanno bloccato mentre cercava di fuggire scalando il muro di cinta della prigione: ”Dei tentativi di far entrare degli oggetti proibiti nella prigione si erano già verificati in passato, ma questo non era mai successo nella storia del carcere“, questo quello che riferiscono.
Il gatto bianco e nero non è il primo felino utilizzato per contrabbandare merce fuori e dentro i carceri, in Brasile era già stato “fermato” un collega gatto, che il primo dell’anno era stato beccato a consegnare merci come cellulari e batterie, ma anche lame e strumenti per scavare nel calcestruzzo, legate al corpo con del nastro adesivo, questo entrava ed usciva dalla prigione di  ’Luiz de Oliveira Souza‘, nella città di Arapiraca.
I felini sembra siano ottimi corrieri per trasportare nelle carceri oggetti utili alla fuga. Con i cellulari organizzano e pianificano mentre gli altri strumenti trovati venivano utilizzati per aprirsi vie di fuga.
FONTE.LEGGILO 

A Las Vegas una donna si finge la sposa del suo fidanzato morto. Sembra una tragica storia d’amore, ma in realtà è una truffa per accaparrarsi il patrimonio

Sembra la trama di un film americano e, forse, non a caso l’episodio è avvenuto a Las Vegas. Allison Lear è stata arrestata pochi giorni fa con l’accusa di aver falsificato il certificato matrimoniale. La donna stava trascorrendo una serata in una discoteca, quando le forze dell’ordine le hanno intimato l’arresto.
Il suo fidanzato, Alexander Djordjevic di 37 anni, è morto in un incidente stradale durante una corsa con la Porsche 3 anni fa, in Nevada. Potrebbe sembrare una storia d’amore finita in tragedia, ma i membri della famiglia del morto hanno sentenziato che la donna era interessata soltanto al patrimonio del fidanzato. Slobodan Djordjevic, il padre del fidanzato, ha commentato così la vicenda: “Non direi che fosse proprio un grande amore. Penso che lei fosse in cerca solo di cose materiali”. La donna ha fatto risultare di essersi sposata con il fidanzato cinque giorni prima dello schianto con la Porsche, in casa dei suoi genitori a Las Vegas. La famiglia Djordjevic non ha mai creduto alle parole della falsa sposa: se quanto detto dalla donna fosse stato vero, i familiari dello sposo avrebbero dovuto saperlo il giorno stesso e non dopo la sua morte, come avvenuto. La Polizia non è riuscita a rintracciare la persona dichiarata come Testimone sul certificato di matrimonio. Ciò ha portato a sospettare pesantemente della donna. Il patrimonio di Alexander è stimato tra i 100 e i 200 mila dollari. la finta sposa ha usufruito anche della sua collezione di pistole e di macchine sportive. La Lear e il fidanzato si sono conosciuti tramite un sito di incontri, che ha lo scopo di cercare partner per persone facoltose.
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Ha lasciato un messaggio sul social network l’infermiere di Benevento che si è poi impiccato al balcone di casa sua, chiedendo scusa ad amici e familiari, si indaga sulle cause del gesto

Tragedia annunciata il suicidio dell’infermiere di Benevento che aveva lasciato un messaggio su Facebook annunciando le sue intenzioni, ma non per questo meno drammatica. L’uomo, Nicola Simeone di 52 anni, si è tolto la vita impiccandosi al balcone di casa sua a Campolattaro, nel beneventano, la notte fra il sabato e la domenica.

Simeone era infermiere professionale presso il Centro di Igiene del distretto sanitario di Morcone e, prima di compiere il gesto estremo ha lasciato su Facebook un messaggio in cui avvisava parenti ed amici, scusandosi per quello che stava per fare. Il suicidio è avvenuto sicuramente passata la mezzanotte, l’uomo è stato infatti visto in compagnia di amici in un bar del paese fino a poco prima di quell’ora, sarebbe quindi rientrato nel suo appartamento in un condominio in via Molise, avrebbe fissato una corda ad un balconcino che da sul restro dello stabile e si sarebbe, infine, impiccato. Il corpo è stato ritrovato dal figlio diciottenne Enrico, rientrato verso l’una: malgrado l’allarme immediato a nulla sono valsi i soccorsi, i carabinieri della compagnia locale non hanno potuto fare altro che dichiarare il decesso dell’uomo, aprendo le indagini sulle cause che possono averlo portato a togliersi la vita. Intanto l’intero paese è in preda allo sconcerto per questa morte: Nicola Simeone convive con il figlio diciottenne, l’altro di 14 anni viveva invece con la moglie, ed era amato da tutti e generalmente considerato una persona gioviale e socievole, oltre che onesta e nessuno riesce a capacitarsi che sia potuto arrivare a tanto. Fra le varie ipotesi, prende piede quella della depressione, collegata anche al timore dell’uomo per il futuro lavorativo incerto del figlio maggiore; intanto si aspetta l’autopsia di rito prima che il giudice autorizzi le esequie
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Bimba di 9 mesi soffoca Salvata dalla maestra

Bimba di nove mesi perde i sensi e viene salvata dal pronto intervento di una maestra.
Momenti di angoscia quelli vissuti ieri mattina dalle educatrici dell’asilo nido “Il giardino dei bimbi”. Tutto è accaduto in pochi istanti all’ora di pranzo, attorno alle 11,30. Una bimba di nove mesi è colpita da un improvviso malore mentre si trova seduta nel passeggino dove dormiva.
«I bambini stavano mangiando, ma poiché la piccola aveva la febbre non le era stata data la pappa e dormiva tranquilla nel passeggino» racconta la responsabile Veronica Sortino, 33 anni, da tre anni alla guida dell’asilo e da nove insegnante di scuole dell’infanzia e nidi. È ancora scossa per l’accaduto, però ha dimostrato negli istanti cruciali, particolare sangue freddo tanto da capire in pochi attimi la gravità della situazione.
La responsabile della struttura educativa, nonchè maestra dei piccoli allievi, è intervenuta subito quando la bambina ha avuto il malore.
«All’improvviso è diventata cianotica, le labbra erano blu.- racconta l’insegnante - La piccola si è accasciata in avanti sul passeggino ed ha perso i sensi. Mi sono accorta che non respirava più. L’ho portata in bagno, l’ho spogliata, le ho fatto la respirazione bocca a bocca e le ho schiacciato il torace».
«Sono bastati due leggeri soffi in bocca - aggiunge - e la bambina ha ripreso colore e ha ricominciato a respirare».
Davvero provvidenziale l’intervento della maestra che ha evitato il peggio. Vedere di nuovo la piccina piangere e ridere ha fatto ritornare in un attimo il sorriso anche alla sua maestra.
«Quando la bimba si è ripresa, rideva e piangeva come sempre, ed è stato un sollievo. Ho frequentato vari corsi tenuti dalla Croce Rossa a Lomazzo e Guanzate sulla disostruzione pediatrica e sono stati molto utili per capire come comportarsi in casi di emergenza».
«Però - sottolinea l’insegnante- trovarsi nella situazione è un’altra cosa.Era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere. Il sangue freddo si scopre di averlo davvero solo in questi momenti. Non so cosa sia successo, non sono un medico, però penso abbia avuto un rialzo improvviso di febbre e forse a causa del naso tappato non riusciva più a respirare».

VINCE UN MILIONE DI EURO A 'WIN FOR LIFE' MA NON SE NE ACCORGE. "MOGLIE INCREDULA"

Ha vinto 1 mln e 60 mila euro a 'Win for lifè, ma non se ne era accorto: ad avvertirlo è stato il titolare della ricevitoria in cui aveva acquistato la schedina fortunata. È successo a Capannori, in provincia di Lucca. Il vincitore è un pensionato di 64 anni, che per ora vuole rimanere anonimo, anche se in paese sono in molti a sapere di chi si tratta. Ieri pomeriggio un avviso della Sisal ha annunciato la vincita: 100mila euro subito e 4.000 al mese per i prossimi vent'anni per un totale di 1 mln e 60mila euro. 
Quando il titolare della ricevitoria ha avuto la notifica da parte della Sisal il titolare è risalito al vincitore, un cliente abituale. Il 64enne non si era infatti accorto di aver vinto al Win for life. I due, barista e vincitore sono andati poi a bere insieme. Incredula la moglie del 64enne. 
Nel bar-ricevitoria è stata poi organizzata una piccola festa: sono numerose le persone che da ieri stanno acquistando ticket e biglietti di ogni genere nella fortunata ricevitoria di Capannori.

leggo 

La lettera d’addio con caccia al tesoro: boom sui social network

Ecco cosa può succedere se si dimentica una pagina di Facebook aperta sul computer. Soprattutto se si riceve un messaggio da un'altra donna che viene visto dalla propria fidanzata. Non si sa quale sia la coppia protagonista di questa disavventura, ma la"lettera d'addio con caccia al tesoro" è immediatamente diventata virale e sta facendo il giro della rete: un milione e duecentomila visualizzazioni in circa tre giorni.
Quando si scopre un tradimento, di solito le reazioni sono abbastanza simili: urla, litigi, pianti. L'anonima ragazza autrice di questa lettera l'ha invece presa diversamente, sicuramente in un modo molto più originale.
Ha impacchettato vestiti, videogiochi, computer, tv e li ha sparsi nei luoghi dei loro ricordi (primo incontro, primo bacio, prima volta che hanno fatto l'amore). Con una sorpresa finale, tutte le foto dei loro due anni trascorsi assieme si trovano proprio a casa di tal "Kelsi", la donna con cui l'autrice della lettera è stata tradita. Ecco la traduzione:
"Ciao Tesoro,
indovina chi ha lasciato Facebook aperto sul computer e ha ricevuto un messaggio da Kelsi? Sì! Tu! Ma non preoccuparti, non ho rotto niente! In verità, sono stata così carina da impacchettare le tue cose! E ho anche inventato un gioco divertente, dal momento che so che ti piace cercare le cose (anche altre ragazze)! Ecco dove troverai la tua roba.
I tuoi vestiti sono dove ci siamo incontrati la prima volta!
I tuoi videogiochi dove ci siamo dati il primo bacio!
Il tuo laptop è dove abbiamo comprato il primo videogame insieme!
La tua tv è dove l’abbiamo fatto la prima volta!
Tutto il resto, comprese le foto degli ultimi 2 anni della nostra vita insieme sono A CASA DI KELSI!

Divertiti! Ah, non ho rotto o danneggiato nulla ma non posso garantirti che nessun altro l'abbia fatto! Buona caccia!”
yahoo

lunedì 3 giugno 2013

Dopo 70 anni ritrova il diario segreto in un museo... la storia di questo diario vi commuoverà...

Chissà cosa avrà pensato l’ormai novantenne Laura Mae Davis riconoscendo se stessa in una delle foto ingiallite che corredavano quel diario, esposto in una teca del National World War II Museum di New Orleans. 70 anni prima, infatti, quell’oggetto era appartenuto al marine Thomas Jones, il suo primo amore, che nel 1944 era deceduto a 22 anni per mano di un cecchino giapponese. I due si erano conosciuti alle superiori, quando lui era nella squadra di basket e lei era una cheerleader. Thomas  Jones aveva lasciato scritta nel diario stesso la sua ultima volontà: quella di far avere a Laura, il suo grande amore, le sue memorie e le sue lettere. Tuttavia il suo desiderio era rimasto inespresso; l’anno successivo alla morte del soldato la Davis si era sposata con un aviatore. Il museo non ha potuto restituire alla donna il diario, ma le ha fornito una copia digitale che vediamo in queste immagini. 

TROVATO UN MESSAGGIO IN BOTTIGLIA DI 25 ANNI FA

Frank Uesbeck non avrebbe mai pensato che quel messaggio gettato in mare in una bottiglia durante una gita in barca con suo padre avrebbe attraversato le acque per giungere, quasi 25 anni dopo tra le mani di un ragazzino di 13 anni.
Daniil Korotkikh, un ragazzino russo di 13 anni, ha trovato la bottiglia con dentro il messaggio di Frank mentre passeggiava con i suoi genitori sulla spiaggia.Il padre di Daniil, che aveva studiato tedesco da bambino, ha tradotto il messaggio: "Il mio nome è Frank e ho 5 anni. Io e mio padre stiamo viaggiando su una barca diretti in Danimarca. Se trovi questa lettera, rispondimi ed io risponderò a te".
La lettera era datata 1987 e conteneva un indirizzo. Dopo 25 anni Frank, che oggi ha 29 anni, ha ricevuto la sua risposta perché i suoi genitori vivevano ancora all’indirizzo del messaggio.
"All’ inizio non potevo crederci", ha dichiarato Uesbeck che ha incontrato il piccolo Daniil via videochat all’inizio del mese di marzo.
Il ragazzo ha mostrato la bottiglia in cui ha trovato il messaggio, aggiungendo quanto fosse stata incredibile la sua resistenza all’acqua per tutti questi anni. Così ha ritenuto più probabile che la bottiglia sia stata sepolta sotto la sabbia per la maggior parte del tempo, a Curonian Spit, una spiaggia di 100 km tra la Lituania e la Russia.
Frank Uesbeck ha dato a Daniil il suo nuovo indirizzo, promettendogli che gli avrebbe nuovamente scritto. Il suo stupore e la sua meraviglia si concentrano anche sul fatto che il suo messaggio ha avuto, alla fine, un impatto positivo sulla vita di qualcun altro.
"Chi lo sa? Un giorno potremmo anche incontrarci dal vivo".

SBAGLIA A CHIAMARE CON IL CELLULARE E ARRIVANO GLI SWAT DEI MARINES

Stava ascoltando musica rap quando si è involontariamente seduto sul suo cellulare. E’ partita una chiamata alla moglie, che ha sentito dal telefono del marito gente blaterare minacce di ostaggi e riscatti da pagare. Non poteva sapere che si trattava soltanto della musica che usciva dagli altoparlanti di uno stereo, così ha avvertito la polizia.
In poco tempo, i nuclei operativi, gli Swat, hanno circondato la scuola dove lavora l’uomo, di cui non è stata resa nota l’identità. Armati fino ai denti, con i giubbotti anti proiettile, sono entrati nell’edificio nel tardo pomeriggio, cercando un pazzo che teneva in ostaggio staff e studenti. Ma non c’era quasi più nessuno, soprattutto non c’era nemmeno l’autore della telefonata, che nel frattempo era già tornato tranquillamente a casa.
Un grande imbarazzo, per lui, visto che intorno alla scuola erano arrivati anche tutti gli elicotteri delle tv locali, ma nessuna denuncia per procurato allarme. In fondo, non è stata colpa sua.

ARRESTATO L'UOMO PIù FURBO DEL MONDO: LASCIA LA MAGLIETTA COL SUO VOLTO DOPO LA RAPINA

La Polizia di Charlotte, nel Nord Carolina, non ha nemmeno dovuto disegnare l'identitkit del sospetto: è bastato usare quello lasciato dallo stesso ladro. Il sito The Smoking Gun riporta la foto segnaletica di Jonathan Huntley, 25 anni, e della sua maglietta: una t-shirt personalizzata con il suo volto stampato sopra. E, ironia della sorte, la foto stampata sulla maglietta è molto simile alla foto segnaletica che la polizia ha scattato al presunto ladro dopo averlo arrestato.   
Secondo le ricostruzioni, Huntley si sarebbe introdotto in un appartamento di Charlotte ma vi avrebbe accidentalmente dimenticato la maglietta. Per la polizia è stato facile identificarlo: il ragazzo è stato accusato di violazione di domicilio e furto. Non è invece stato catturato il complice che avrebbe agito con lui: non ci sono indizi a suo carico.

LAVORO MINORILE ... 14enne muore per troppo lavoro ... A detta dei suoi colleghi il 14enne sarebbe morto di sfinimento

Un ragazzino di 14 anni che faceva operaio è stato trovato morto il 21 maggio 2013 dopo il suo turno di lavoro in una fabbrica di elettronicadi Dongguan, Cina, la Yinchuan Electronic Company, Ltd., un’azienda che produce attualmente le schede madri per la ASUS e appartenente al Gruppo 3CEMS, una società che ha prodotto anche per Samsung, Canon e Sony.
Il corpo di Liu Fuzong  era già diventato freddo quando lo ha scoperto un collega nel dormitorio, e successivamente ne è stato dichiarato il decesso in un ospedale per “morte improvvisa”. Su questo caso sta indagando la China Labor Watch, una organizzazione con sede negli Usa che si batte per i diritti dei lavoratori in Cina. Le leggi cinesi sul lavoro vietano alle fabbriche di impiegare lavoratori più giovani di 16 anni. Liu, tuttavia, è stato mandato nella fabbrica da una agenzia interinale e utilizzava un pass a nome Su Longda, che aveva 18 anni. Ma Fuzong in realtà ne aveva solo 14. Le autorità hanno già rintracciato l’agenzia che aveva mandato il 14enne con i documenti a nome di  di un’altra persona.
n product manager della Asus, ha dichiarato via e-mail che la società detiene i più alti standard etici e ha inviato i propri rappresentanti per indagare. Non ha però confermato né smentito che la fabbrica in questione costruisce prodotti per Asus. Sul suo sito web, la3CEMS elenca altri suoi clienti, tra cui Samsung, Hewlett-Packard, Dell, Sony e Sharp.
Gli studenti lavoratori della Yinchuan hanno detto alla CLW che i lavoratori, indipendentemente dalla loro età, lavorano con turni di 12 ore in cui hanno due pause per i pasti, e che l’orario può estendersi oltre le 12 ore, se l’azienda lo richiedeI lavoratori dicono che Liu è morto di sfinimento“, ha detto Li Qiang, fondatore del China Labor Watch in una e-mail. ”Ogni giorno devono fare gli straordinari, non ce la fanno gli adulti, come può farcela un bambino?
L’utilizzo di bambini è un problema comune a molte fabbriche di elettronica cinesi.All’inizio di quest’anno, la Apple ha reciso i legami con uno dei suoi fornitori cinesi dopo aver constatato che impiegava lavoratori di età inferiore ai 16 anni.
Fonte PCWorld