L’emicrania è, infatti, la risposta di dolore di un soggetto «passivo», mentre chi tende a rispondere allo squilibrio con un atteggiamento di «attacco e fuga» sviluppa la cefalea a grappolo. Anche la reazione al mal di testa stesso cambia, coerentemente, a seconda della personalità del soggetto. Spiega Bussone: «Se si sviluppa dolore emicranico, il cervello risponde riducendo le attività e facendo addirittura rifugiare il paziente nel sonno. In pratica, l’emicranico, che è un "passivo", aspetta in un angolo che passi la tempesta. Chi invece sviluppa cefalea a grappolo (il peggiore dei mal di testa, tanto da essere definitocefalea da suicidio) ha reazioni opposte, di esasperata agitazione. In pratica, è un soggetto che "scappa" dal dolore». «I diversi tratti di personalità non solo ci dicono quale cefalea si svilupperà, — prosegue Bussone — ma anche se un certo trattamento funzionerà o se si rischia di cadere nella cronicità e nella spirale dell'abuso farmacologico. Se il dolore diventa cronico, cambia addirittura l'assetto recettoriale delle vie del dolore: ma questo cambiamento è legato all'abuso di farmaci, non alla malattia. In donne con emicrania cronica che abusavano di farmaci la risonanza
Neurostimolatori esterni come quello presentato a Stresa, che non necessitano di interventi di posizionamento neurochirurgico e sono gestiti dal paziente, potrebbero essere un’opportunità che non espone all'abuso. Resta comunque basilare l'opera di educazione del paziente da parte del medico: «Occorre innanzitutto addestrare i pazienti — raccomanda, infatti, la dottoressa Licia Grazzi, del Besta che, con i colleghi del San Raffaele di Roma diretti da Piero Barbanti, ha condotto il primo studio italiano (su una trentina di persone, di età compresa tra 18 e 65 anni) col nuovo strumento, chiamatogammacore —. Solo così si riducono gli errori da scorretto impiego e si infonde tranquillità al paziente, aumentando significativamente le possibilità di successo». L'apparecchio, delle dimensioni di un cellulare, va collocato sul lato destro del collo, in corrispondenza con il nervo vago; lo strumento emette quindi microstimoli elettrici che, tramite il nervo vago, risalgono alle aree cerebrali riequilibrandole elettricamente. «I dati, ancora preliminari, sembrano promettenti e confermerebbero i risultati di precedenti studi condotti negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Germania — precisa il professor Barbanti —. I pazienti acquisiscono facilmente dimestichezza con il metodo e la sua tollerabilità pare ottima, anche se possono presentarsi involontarie contrazioni della muscolatura facciale inferiore per errori di posizionamento dello strumento».
Errori di posizionamento possono verificarsi anche con lo strumento studiato da Giovanni Allais, responsabile del Centro Cefalee della donna dell’Ospedale Sant'Anna di Torino, per migliorare l'emicrania associata a nausea: un braccialetto peracupressione, simile a quelli usati nella nausea da viaggio. Se collocato correttamente su un determinato punto del polso (il cosiddetto agopunto PC6, punto noto nella medicina cinese), questo braccialetto elimina in oltre l'80% dei pazienti la nausea, sintomo questo che più spesso si associa all’emicrania (dal 73% a oltre il 90% dei casi), peggiorandola e facendo ritardare l'assunzione dei farmaci per bocca (che invece vanno sempre presi ai primi sintomi del l'attacco).